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LA LIBERTÀ A OGNI COSTO

25,00

Integrazione/separazione, universalismo/nazionalismo, adesione agli ideali della nazione americana/africanismo: queste polarità hanno da sempre contraddistinto i movimenti afro-americani e le loro teorie politiche. Una «doppiezza», mirabilmente descritta agli inizi del XX secolo nell’opera di W.E.B. Du Bois e incarnata in leadership rappresentative come quella di Martin Luther King Jr. e di Malcolm X, che proprio negli anni della lotta abolizionista trova la sua origine. È in questi anni, infatti, che una specifica concezione della libertà e dell’emancipazione, al tempo stesso interna ed esterna al «mito» americano e alla tradizione politica dell’occidente moderno, prende piede e che la cultura afro-americana si fa «pensiero politico».
Questo volume, che presenta per la prima volta in italiano i più significativi interventi dell’abolizionismo nero statunitense, illustra il delinearsi di questo pensiero nel suo confronto con l’eredità contraddittoria della rivoluzione americana, l’emergere delle scienze etnologiche e i conflitti che preparano la guerra civile. Ne risulta una diversa e radicale concezione della modernità che, nella prospettiva coloniale dell’afro-americano, mette a nudo fra gli Anni Trenta e gli anni Sessanta del XIX secolo la costitutiva e irrisolta contraddizione tra l’aspirazione alla libertà e all’uguaglianza e la loro concreta negazione patita quotidianamente dal popolo nero.

SECESSIONE E LIBERTÀ

20,00

Di John Caldwell – pensatore e uomo politico statunitense sudista e schiavista, due volte vicepresidente degli USA – sono stati tradotti in italiano soltanto la Disquisizione sul governo e Discorso sul governo e la costituzione degli Stati Uniti (Istituto dell’Enciclopedia Italiana). Dall’amplissima mole delle sue opere (raccolte in 28 volumi) Costanza Margotta a scelto per questa antologia l’Esposto della Carolina del Sud (1828), la lettera pubblicata Al Governatore Hamilton (1832) e il Discorso sulla schiavitù (1850) tenuto al Senato alla vigilia della sua morte. Riscoperto negli Anni Trenta del Novecento, Calhoun è definitivamente rivalutato a metà del secolo scorso come uno dei maggiori pensatori politici americani, da includere nel più ampio orizzonte del pensiero politico occidentale. Dagli scritti qui raccolti emerge tutta l’originalità dell’autore che tratta le questioni teoriche collegandole sempre ai problemi pratici, connessi al suo intento di proteggere gli specifici interessi della Carolina del Sud e degli Stati Uniti meridionali.
Decisive le sue teorie costituzionali della nullificazione e della secessione per mettere a fuoco il dibattito sulla Costituzione che precedette la Guerra civile americana, per valutare la sua interpretazione del federalismo che sfidò la «teoria nazionale» di Lincoln e per comprendere le crisi del costituzionalismo nordamericano. Da questi testi emerge, inoltre, lo stretto legame tra schiavitù – elemento chiave del patto costituzionale – e sistema tariffario, la cui critica consente all’autore di rompere il silenzio che aveva avvolto la «peculiare istituzione» fin dall’inizio dell’esperimento americano. «Andando a scuola da un reazionario» come Calhoun è possibile affrontare, da una parte, i problemi relativi all’equilibrio tra potere e libertà in democrazia e, dall’altra, il ruolo del federalismo quale limite alla degenerazione di questa.

LE LIBERTÀ FONDAMENTALI

14,00

Questo dialogo fra un grande giurista e un grande filosofo riguarda una difficoltà presente nella concezione neocontrattualistica elaborata da John Rawls a partire da Una teoria della giustizia, vale a dire il problema dell’applicazione pratica delle libertà fondamentali in una società liberaldemocratica bene ordinata. Posto che tale applicazione – come sostiene Rawls – può aver luogo solo quando le condizioni sociali permettono il concreto svolgimento di tali diritti, non è immediatamente chiaro – obietta il giurista Herbert L. A. Hart – in base a quali meccanismi le condizioni favorevoli, dal punto di vista socio-economico, implichino l’effettiva applicazione per tutti, e in primo luogo per i più svantaggiati, proprio di quelle che Rawls chiama «libertà fondamentali». Le obiezioni di Hart e la lunga risposta di Rawls contribuiscono a chiarire questa aporia fondamentale delle società che tentano di coniugare diritti individuali, norme di giustizia e interventi correttivi delle proprie strutture.

LA LIBERTÀ DEL POPOLO NERO

15,00

Libertà, uguaglianza e fraternità – la triade dei principi rivoluzionari solennemente proclamati a Parigi nel 1789, con i quali inizia la modernità politica – non riguardano la popolazione di colore delle colonie francesi, né l’immenso popolo degli schiavi che in essa vive e soffre. Quegli stessi principi, nondimeno, diventeranno – negli anni tra il 1792 e il 1801 – parole d’ordine per i rivoluzionari neri della colonia francese di Santo Domingo; motivo della loro autonoma mobilitazione in vista dell’abolizione della schiavitù (strappata con l’«immortale decreto» giacobino del 1793); e motore del primo esperimento costituzionale di una Repubblica autonomamente organizzata e governata da cittadini di colore. Toussaint Louverture (1743-1803), nero, ex-schiavo, comandante militare e governatore dell’isola dopo l’abolizione della schiavitù, guidò ed organizzò per intero la transizione rivoluzionaria e contribuì in maniera determinante all’elaborazione della Costituzione. Qui sono raccolti e presentati al lettore italiano – nella prima edizione moderna – i suoi scritti, che testimoniano delle singole fasi della vicenda rivoluzionaria di Santo Domingo ed evidenziano le difficoltà attraverso le quali si concretizza il sogno di liberazione dei «giacobini neri» della colonia francese. La concreta affermazione dell’«assoluto principio» che nessun uomo avrebbe mai più potuto essere proprietà di un suo simile, frutto della rivoluzione di Santo Domingo, sarà, nei decenni successivi, il credo politico degli schiavi dell’intera area caraibica e degli USA, e Toussaint diventerà una figura mitica delle lotte per la libertà del popolo nero.

LA SCOPERTA SCIENTIFICA COME PROBLEM SOLVING_BASE

15,00

Herbert A. Simon, La scoperta scientifica come problem solving (target article)
Commenti di: Joseph Agassi, Roberto Cordeschi, Marc De Mey, Donald A. Gillies, Mary B. Hesse, Philip N. Johnson-Laird, Paolo Legrenzi, John Losee, Diego Marconi, William H. Newton-Smith, Angelo M. Petroni, Roger C. Schank, Lucian P. Hughes, Giuseppe Trautteur, John W. N. Watkins

IL SENTIMENTO DELLE LIBERTÀ

14,00

Il sentimento della libertà: era questo ciò che propugnava l’azione e la riflessione delle sostenitrici del movimento dei diritti delle donne negli Stati Uniti della prima metà dell’Ottocento – libertà di parola, di voto, di disporre dei propri beni, di avere la tutela giuridica dei propri figli, di testimoniare in tribunale, per citarne solo alcune. Il modello a cui si richiamava esplicitamente la Dichiarazione dei Sentimenti era la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti del 1776, a dimostrazione del fatto che le donne facevano appello a quelle stesse «verità di per sé evidenti» che erano state rivendicate dai coloni americani nei confronti di una madrepatria e un re considerati ormai come tiranni. Era a un’altra «tirannia» che si opponevano le donne americane, quella esercitata dall’uomo sulla donna e dal marito sulla moglie, attraverso l’emanazione di leggi cui le donne non avevano dato consenso, o attraverso una lettura errata dei testi sacri. L’estremo interesse dei documenti qui pubblicati risiede proprio nella capacità delle donne americane di appropriarsi del linguaggio e dei concetti politici propri del discorso pubblico americano di quel periodo e di rendere evidenti le contraddizioni e i paradossi di una società che si proclamava democratica; a imperituro ricordo di quanto la questione della cittadinanza femminile sia elemento essenziale ed inscindibile della nascita della modernità e dell’ordine politico occidentale.

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