Shop

ORDINE E LIBERTÀ

15,00

Fra i tanti scritti che, nel periodo direttoriale, s’interrogano sulla Rivoluzione francese e sul nuovo ordine politico da essa introdotto, un posto centrale occupano i due testi – il primo dei quali inedito in Italia – qui pubblicati sotto il titolo Ordine e libertà. In diretta polemica reciproca, il Des causes de la révolution et de ses résultats di Adrien Lezay-Marnésia e il Des effets de la terreur di Benjamin Constant rappresentano le due risposte paradigmatiche alla grande alternativa della politica post-rivoluzionaria: quella, appunto, fra ordine e libertà. Il testo di Lezay – noto agli specialisti, benché mai più ripubblicato dal 1797 – difende le ragioni dell’ordine: ma lo fa ricorrendo ad argomenti di Realpolitik che sfociano in una sorta di giustificazione del Terrore. Il testo di Constant – assai più noto del precedente, benché spesso più citato che letto – difende invece le ragioni della libertà: ma lo fa ricorrendo ad argomenti di principio sulla cui base qualsiasi giustificazione del Terrore diviene impossibile. Si realizza così, tra le posizioni dei due autori, uno scambio esemplare dell’ambiguità connaturata alla politica post-rivoluzionaria: è infatti il moderato Lezay a giustificare la necessità del Terrore, mentre è il progressista Constant a condannarlo senz’appello.

DISCORSO SULLA SERVITÙ VOLONTARIA

15,00

Il Discorso sulla Servitù volontaria di Etienne de La Boétie inaugura, all’alba del pensiero politico moderno, la critica del dominio, ponendo una domanda che inquieta e travaglia la stessa forma politica: come possono gli uomini combattere per la propria servitù come se si trattasse della propria libertà? Come possono volere obbedire allo Stato? È il nostro tempo – che ha conosciuto il tragico rovesciarsi delle lotte contro l’oppressione in una nuova forma di totalitarismo burocratico e che sperimenta sempre nuovi tentativi totalitari – a poter cogliere appieno il cuore segreto del Discorso di La Boétie, ossia la denuncia che l’ambizione dello Stato moderno non è di controllare a distanza le dinamiche sociali, ma precisamente di codificarle, ridefinirle, disciplinarle. Solo oggi si può capire il messaggio di La Boétie, che individua nelle stesse logiche profonde dello Stato moderno – la volontà di rappresentazione, l’attrazione dell’eterogeneo nella logica dell’omogeneo, la riduzione dell’Altro al Simile – il fondamento del desiderio di servitù. Sono questi i motivi che rendono di straordinaria attualità questa riproposizione di un classico, per la prima volta tradotto sulla base delle più recenti edizioni critiche.

LE LIBERTÀ FONDAMENTALI

14,00

Questo dialogo fra un grande giurista e un grande filosofo riguarda una difficoltà presente nella concezione neocontrattualistica elaborata da John Rawls a partire da Una teoria della giustizia, vale a dire il problema dell’applicazione pratica delle libertà fondamentali in una società liberaldemocratica bene ordinata. Posto che tale applicazione – come sostiene Rawls – può aver luogo solo quando le condizioni sociali permettono il concreto svolgimento di tali diritti, non è immediatamente chiaro – obietta il giurista Herbert L. A. Hart – in base a quali meccanismi le condizioni favorevoli, dal punto di vista socio-economico, implichino l’effettiva applicazione per tutti, e in primo luogo per i più svantaggiati, proprio di quelle che Rawls chiama «libertà fondamentali». Le obiezioni di Hart e la lunga risposta di Rawls contribuiscono a chiarire questa aporia fondamentale delle società che tentano di coniugare diritti individuali, norme di giustizia e interventi correttivi delle proprie strutture.

VINDICIÆ CONTRA TYRANNOS. IL POTERE LEGITTIMO DEL PRINCIPE SUL POPOLO E DEL POPOLO SUL PRINCIPE

15,00

Le Vindiciæ – pubblicate nel 1579 in latino e nel 1581 in francese, e presentate qui per la prima volta in italiano – sono uno dei testi più emblematici della letteratura politica del periodo delle guerre civili di religione. Nel momento in cui si va delineando con chiarezza l’idea moderna di sovranità, come potere supremo caratterizzante lo Stato, i «monarcomachi» e l’autore delle Vindiciæ (forse Hubert Languet, forse Philippe Duplessis-Mornay) pongono consistenti limiti all’autorità sovrana sulla base di un duplice contratto: tra Dio e re, e tra re e popolo. Mentre l’osservare questo doppio contratto si addice alla dignità regale, il violarlo trasforma i re in tiranni e obbliga il popolo – principio e fine dello Stato e, in ultima istanza, vero sovrano – al rifiuto dell’ubbidienza e, al limite, al tirannicidio. Forte di carica rivoluzionaria, il testo segna un momento cruciale nella tradizione del repubblicanesimo moderno, e si conferma come un classico del pensiero politico della libertà.

LA LIBERTÀ DEL CRISTIANO

15,00

Il trattatello La libertà del Cristiano, uno dei tre scritti importanti di Lutero pubblicati nel 1520, mette in chiaro le premesse filosofiche e teologiche dell’impresa riformistica; la radicale reinterpretazione della concezione paolina della fede e della grazia getta le basi per l’atteggiamento del protestantesimo di fronte alla vita pubblica e politica. Questa nuova traduzione italiana presenta lo scritto di Lutero in una veste linguistica moderna, che tiene conto di entrambi i testi originali (la versione tedesca e quella latina sono comparse contemporaneamente). L’Introduzione, che segnala le ambivalenti implicazioni storiche e teoriche del concetto luterano di libertà, ne indaga criticamente l’attualità nel mondo di oggi.

LA SCOPERTA SCIENTIFICA COME PROBLEM SOLVING_BASE

15,00

Herbert A. Simon, La scoperta scientifica come problem solving (target article)
Commenti di: Joseph Agassi, Roberto Cordeschi, Marc De Mey, Donald A. Gillies, Mary B. Hesse, Philip N. Johnson-Laird, Paolo Legrenzi, John Losee, Diego Marconi, William H. Newton-Smith, Angelo M. Petroni, Roger C. Schank, Lucian P. Hughes, Giuseppe Trautteur, John W. N. Watkins

1 2