INNOVAZIONE E STORIA

La ricerca di un'interconnessione tra la dimensione storica e quella tecnologica richiede sforzi ed attenzioni particolari. La «ortogonalità» delle problematiche in oggetto, e soprattutto delle prospettive da cui esse vengono esaminate, pone a priori problemi di metodo che non possono essere assolutamente sottovalutati. Nell'ambito della cultura occidentale, scienza, tecnologia e storia molte volte hanno trovato una difficile coesistenza e talora, quando si sono incontrate, hanno generato visioni della realtà che poco hanno a che fare con la realtà stessa. La dimensione «metastorica» della scienza, la quale quasi precorre i tempi e se ne fa interprete dall'esterno, la posizione «a-storica» della tecnologia, che presuppone di poter vivere svincolata dal passato, ed infine l'«ignoranza», da parte della storia, delle peculiarità della tecnologia (o delle scienze applicate) e soprattutto dei suoi linguaggi (o dialetti) e dei suoi metodi, sono certamente alcune delle più evidenti asperità che si incontrano sul cammino. L'intenzione di costringere alla coesistenza una realtà polarizzata verso il «progresso» e una dimensione storica – ossia un sistema «con-memoria» – danno l'occasione di aprire questa Collana con un saggio problematico sull'innovazione tecnologica in Piemonte nel primo Ottocento, che vuole essere, al tempo stesso, una provocazione e la volontà di «occupare» uno spazio da troppo tempo vuoto e dimenticato dalle culture ufficiali. In questa Collana troveranno quindi spazio libri non tanto da leggere, quanto piuttosto da curiosare, nello spirito di una curiositas che, lavorando a soggetto, insegue mete inattese dai protocolli della storia ufficiale.

 
     
  Luisa Dolza, Vittorio Marchis, Michelangelo Vasta
I PRIVILEGI INDUSTRIALI COME SPECCHIO DELL'INNOVAZIONE NEL PIEMONTE PREUNITARIO
(1814-1855)

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